
Alla vigilia del Primo Maggio, festa dei lavoratori, si alza forte la voce della Cisal Metalmeccanici contro l’inerzia delle istituzioni sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Gigi Vicinanza, componente nazionale della segreteria del sindacato, lancia un appello chiaro dalla provincia di Salerno, territorio in cui troppo spesso il lavoro continua a fare rima con precarietà e rischio.
“Siamo stanchi di ascoltare promesse a ogni nuova tragedia sul lavoro – denuncia Vicinanza –. Serve un cambio di passo concreto, non bastano più le dichiarazioni di circostanza o le passerelle istituzionali. Di sicurezza sul lavoro si parla tanto, ma si fa ancora troppo poco”.
Nel mirino del sindacalista finiscono gli interventi che definisce “a intermittenza”, troppo spesso scollegati da una visione organica. “Si continua con le operazioni spot, i blitz una tantum, le campagne estemporanee. Ma la realtà dei lavoratori metalmeccanici, soprattutto nel Mezzogiorno, resta fatta di turni estenuanti, scarsa formazione e dispositivi di protezione inadeguati o assenti”.
Vicinanza chiede una strategia di lungo periodo, a partire dai controlli e dalla formazione: “È impensabile che nel 2025 ci siano ancora aziende che risparmiano sulla sicurezza per fare margini. La vita dei lavoratori vale più dei profitti. Chiediamo un piano nazionale strutturato, con ispettorati potenziati e più risorse per la prevenzione, non solo per le sanzioni”.
Il sindacalista chiude con un monito alle istituzioni: “Il Primo Maggio non può essere solo una celebrazione. Deve essere un momento di verità. E la verità è che nel nostro Paese si continua a morire di lavoro. È ora di dire basta, davvero”.